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la fine del mondo incombe....

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Messaggio Da BIQUE THE KING ARTHUR Gio Apr 03, 2008 2:34 pm

Potrebbe sembrare llungo ma è interessante.. se lo letto io possono leggerlo tutti!!! lol! lol! lol! lol!

LA FINE DEL MONDO



Poiché finora
praticamente tutte le previsioni della Profezia dei Don si sono
avverate, anche la frase finale della Profezia assume una nuova luce e
indicherebbe che la fine del mondo
sarebbe piuttosto imminente
. Ma
quanto imminente? E come avverrebbe?

Ora vedremo le risposte a queste domande
limitandoci alla profezia in questione, ma subito dopo - con risultati
estremamente interessanti - allargheremo il nostro orizzonte ad altre
profezie contenute invece in apparizioni famose (e non) della Madonna
per avere dei riscontri e, soprattutto, per saperne di più sul
"quando" e sul "come".

Ricordiamo che la frase finale della
Profezia dei Don è: "Durante l'ultima
persecuzione della Santa Romana Chiesa siederà Pietro il romano,
che pascerà il suo gregge tra molte tribolazioni; quando queste
saranno terminate, la città dai sette colli sarà
distrutta, ed il temibile giudice giudicherà il suo popolo. E
così sia
".

Molte persone hanno pensato che questa
frase si riferisse a un 112° Papa, anche se i motti sono 111. In
realtà, la Profezia suddetta non numera i Don, e non parla
affatto di un 112° Papa. I vari motti sono elencati uno sotto
l’altro, e proprio sotto l’ultimo motto, De gloriae olivae, c’è la
frase che abbiamo riportato qui sopra relativa al Petrus romanus.
Nel documento più antico in cui
è riportata, la frase sul
Petrus romanus è
così vicina al motto
De
gloria olivae
che essi sono
probabilmente lo
stesso soprannome, la stessa descrizione di uno stesso Papa. L'illusione dell'esistenza di un 112°
Papa sarebbe, in
altre parole, semplicemente una tragica “trappola” in cui chi ha finora
interpretato la
profezia sarebbe caduto.


Ma è soprattutto quanto emerge dalle singolari "coincidenze" che
abbiamo illustrato nell'omonima sezione di questo sito, e da alcuni
importanti fatti recenti di cronaca riportati nelle nostre news, a far pensare che De Gloria Olivae
e il Petrus romanus sono in
realtà la
stessa persona, cioè lo stesso Papa. Vediamo perché.

Occorre, innanzitutto, riflettere su cosa abbia rappresentato Pietro
per la Chiesa: egli è stato il primo
Papa dopo Gesù, così come De gloria olivae è il primo
Papa dopo quella sorta di “Gesù
reincarnato
” che è stato Giovanni Paolo II (basti pensare
all’attentato e alle varie “coincidenze”...). Così come
c'è una distanza incommensurabile in "grandezza" tra Pietro (I)
e Gesù,
così esiste tra Papa Ratzinger e Papa Wojtyla.
In
altre parole, Pietro (I) :
Gesù
= Papa Ratzinger : Papa Wojtyla "il
grande
"
(leggi: "Pietro sta a Gesù come Papa
Ratzinger sta a Papa Wojtyla il Grande").
È
quindi del tutto naturale concludere che De gloria olivae, cioè Papa
Ratzinger, sia il “Pietro II” della frase finale e dunque l’ultimo Papa
della Storia, quello che “chiude il cerchio”.

Una questione importante dunque
è:
Wojtyla si può considerare un po' una sorta di "Nuovo
Gesù" (uso queste espressioni ovviamente piuttosto forti solo
per essere più chiaro)? Chiunque abbia vissuto le ore, i giorni
in cui il mondo intero è rimasto incollato alla televisione per
ripercorrere le tappe del suo straordinario pontificato, non può
non essere stato profondamente colpito dalla sua figura e dall'impatto
che egli ha avuto sulla gente durante il suo Papato e nel lento
trapasso, quest'ultimo seguito, come mai era successo, in una
lunghissima non-stop
mediatica planetaria. Tuttavia, anche a prescindere dai
"miracoli" (che abbiamo deciso di non considerare), e dalle sensazioni
personali (che non sono chiaramente oggettive), sembra che il Cielo si
sia divertito a dare molti “segni”
che indicano, specie se
considerati
nel loro complesso, come Giovanni Paolo II sia stato un Papa molto
"speciale".

Questi "segni" li abbiamo già illustrati in precedenza, e
tra essi spiccano: (1) la
coincidenza di data (13 maggio) e ora tra
l'attentato subìto e la prima apparizione della Madonna di
Fatima, nonché tutti gli altri "episodi" grandi e piccoli che
legano Papa Wojtyla alla vicenda o ai personaggi di Fatima; (2) il
fatto che il suo sia stato il pontificato più lungo dopo quello
di Pietro e del grande Pio XI, nato il 13 maggio; (3) il fatto che
l'ora della sua morte sia formata dagli unici due numeri che
moltiplicati fra loro diano il numero che in numerologia indica la
"perfezione"; (4) il fatto che
un fenomeno riguardante il Sole accomuni
la morte di Gesù, l'apparizione di Fatima e sia il suo "arrivo"
su questo pianeta che l'ultimo "addio" in diretta planetaria. In questo senso, le "coincidenze" formano
le tessere di un puzzle che solo in questi ultimi mesi riusciamo a
ricomporre e a interpretare
.

Ma vi è un'altra importantissima ragione per cui,
indipendentemente dai ragionamenti fatti finora, si può
concludere che Benedetto XVI è l'ultimo Papa della Storia, o,
equivalentemente, che De gloria
olivae
e il Petrus romanus
descrivono lo stesso pontefice. Lo vedremo nelle righe qui sotto, che
interpretano alcuni recenti eventi di cronaca.


*
* *



SIAMO VICINI ALLA FINE
DEL MONDO?

La risposta sembra largamente contenuta nella Profezia dei Don: "Durante l'ultima
persecuzione della Santa Romana Chiesa siederà Pietro il romano,
che pascerà il suo gregge tra molte tribolazioni; quando queste
saranno terminate, la città dai sette colli sarà
distrutta, ed il temibile giudice giudicherà il suo popolo. E
così sia".


L"ultima
persecuzione della Santa Romana Chiesa" e le "tribolazioni" potrebbero
essere quelle scatenate dalle parole di Benedetto XVI
su Maometto pronunciate nella sua
lectio
magistralis
tenuta in
Germania, all'Università di Ratisbona, il 12 settembre 2006, e
considerate una grave offesa dal mondo
islamico. Nei giorni seguenti a tale infausto discorso, infatti, si
sono succeduti dei fatti che davvero hanno fatto ritornare alla mente
le antiche persecuzioni di duemila anni fa contro i Cristiani: una
chiesa cristiana è stata bruciata a Turkarem, in Palestina; a
Mogadiscio, in Somalia, è stata uccisa una suora, suor Leonella;
in Indonesia sono
stati uccisi tre Cristiani accusati di aver ucciso duecento musulmani
negli scontri interreligiosi del 2000, ma l'esecuzione è
avvenuta dopo un processo viziato da pesanti irregolarità, come
testimonanze non ascoltate e prove non accettate.

Inoltre, sempre a seguito di tale discorso, sono giunte gravissime
minacce contro Benedetto XVI e contro il Vaticano che potrebbero
concretizzarsi in futuro. Il 15 settembre 2006 il gruppo armato Jaiech
al-Moudjahidine, cellula irachena di Al
Qaeda
, con un comunicato su Internet, ha minacciato di
attaccare Roma e il Vaticano
a causa delle parole di Benedetto
XVI
sull'Islam e sulla guerra santa. "Giuriamo
di distruggere le croci nel
cuore di Roma
- hanno scritto i terroristi - Non avremo pace
finché i
vostri
troni e le vostre croci non saranno distrutte". "Ci faremo vivi con
fatti, non con parole" si leggeva ancora nel
comunicato. Altre minacce: "Sappi che
i soldati di Maometto verranno
presto o tardi a scuotere il tuo trono dalle fondamenta
del tuo
stato"
si leggeva in un messaggio del gruppo armato iracheno Asaeb al Iraq al
Jihadiya (Lega degli jihadisti in Iraq) rivolto al Papa.




Le
minacce
suddette riguardano la figura del Papa e il Vaticano come luogo fisico.
Dunque l'"inizio della fine" potrebbe forse essere un grave attentato
che provochi la morte del Papa e/o la distruzione fisica di una parte o
dell'intero Vaticano. In
realtà,
dalla Profezia dei Don non è
affatto chiaro se
Roma, "la città dai sette colli", sarà distrutta
dall'uomo o da Dio
. Nel primo caso, ci si deve aspettare come
"segno"
dell'inizio della fine un attentato contro il Papa e/o contro la sede
fisica del Vaticano, mentre nel secondo non è chiaro quale
"segno premonitore" aspettarsi, se non
la persecuzione e le
tribolazioni che sembrano essere iniziate con l'infelice discorso del
Papa, ma che non sappiamo quanto a lungo dureranno
... In ogni
caso,
appaiono
preoccupanti le parole pronunciate dal
Papa
alla vigilia del suo viaggio in Germania (settembre 2006),
quando ha detto: "È probabilmente l'ultimo viaggio che
potrò fare nel mio
Paese. [..] Sono vecchio e non so quanto tempo il Signore mi
darà ancora".
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