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come definite lo sport

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Messaggio Da don Giorgio Zampini Sab Gen 05, 2008 2:47 am

Le istituzioni pubbliche

46. Un ruolo rilevante nella promozione dell'attività sportiva di base appartiene certamente alle istituzioni pubbliche. Nell'ordinare al bene comune dei cittadini le risorse umane, economiche e finanziarie del territorio, devono vigilare sul corretto funzionamento dei servizi sociali e predisporre interventi adeguati per lo sviluppo integrale delle persone, in particolare di quelle più deboli e meno abbienti.
I continui e profondi cambiamenti socio-culturali, l'imporsi di nuovi stili di vita e l'evoluzione degli ordinamenti amministrativi non possono non sollecitare le istituzioni pubbliche a considerare positivamente le politiche sociali destinate a superare deficienze e a rispondere ai bisogni diffusi. In questo quadro rientrano anche le iniziative di carattere sportivo, ordinate ad elevare la qualità della vita e a prevenire il degrado umano e sociale dei ragazzi e dei giovani.
In tal modo anche nello sport le istituzioni pubbliche trovano un ambito di intervento pienamente coerente alle loro finalità e, nello stesso tempo, rispondono alle attese e richieste di un vivere sociale più sereno. Dovranno, coerentemente, assolvere funzioni di stimolo e di indirizzo non solo per la progettazione e la realizzazione di impianti sportivi popolari, indispensabili soprattutto nelle aree urbane e suburbane più disagiate e a rischio, ma anche per l'attuazione di oculati programmi di politica culturale ed educativa collegati al mondo dello sport e in sintonia con le realtà associative del territorio.
Di fatto, una presenza delle istituzioni pubbliche nello sport, che sia sollecita, intelligente e sempre rispettosa del principio di sussidiarietà, lungi dall'indebolire o negare la libera iniziativa dei singoli o delle società sportive, potrà favorire una partecipazione sempre più ampia al bene sportivo e far maturare una consapevolezza più democratica e civile della gestione, della conservazione e della promozione del patrimonio sportivo del nostro Paese.


La scuola

47. Oggi la scuola vive spesso una situazione paradossale: mentre si vede gravata, da un lato, di sempre più numerosi compiti e di sempre più diffuse istanze educative (l'educazione stradale, igienico-sanitaria, sessuale...), si trova sguarnita, dall'altro, di orizzonti culturalmente significativi, in nome di una presunta e malintesa neutralità. La frattura tra valori e costume sociale, perciò, è già presente nella scuola: c'è molta incertezza nell'identificare i riferimenti da indicare e i modelli da trasmettere, per cui la scuola si ripiega su una pretesa e nefasta neutralità dei valori, soprattutto etici. Si confonde, non poche volte, l'educazione alla e nella libertà con l'educazione priva di riferimenti di valore chiari e precisi. Questi riferimenti peraltro la scuola non li impone affatto: li propone con la solidità razionale delle motivazioni e con la forza attraente della testimonianza di una vita coerente.
Anche la pratica sportiva risente di questa abdicazione educativa propria della scuola: per questo la sua capacità formativa viene sensibilmente diminuita e snervata, tanto da aprirsi a forme di "liberazione" fuorviante.
La scuola, come anche la famiglia, risente della difficoltà che gli adulti del nostro tempo trovano nel definire e vivere il proprio ruolo educativo. D'altra parte l'opera formativa non può accettare il livellamento di ruoli tra soggetti diversi, in nome di un presunto rapporto paritetico. L'adulto pertanto è chiamato a porsi, senza finzioni e complessi di inferiorità, nonché senza prevaricazioni e autoritarismi, come figura orientatrice, autorevole, rispettata.
In questo senso, l'attività sportiva, per la sua stessa strutturazione e distribuzione di compiti, può fornire un apporto non secondario alla corretta formazione della mentalità dei giovani. La scuola non è chiamata a sostituire le realtà che già operano efficacemente nel mondo dello sport educativo, ma a porsi in un rapporto di collaborazione, che favorisca la crescita armonica del giovane e dia spessore culturale e orizzonte umano integrale alla pratica sportiva.
In tal senso la scuola attraverso forme associative proprie, che sappiano dialogare sui grandi temi educativi e tradurli coerentemente in una prassi sportiva adeguata, può dischiudere ai giovani spazi e tempi di aggregazione anche per un sano confronto agonistico.


Le associazioni sportive

48. Le associazioni sportive costituiscono in Italia una realtà di rilievo primario per lo sport praticato, sul piano non solo organizzativo, ma più propriamente strutturale. I fattori che nel nostro tempo hanno favorito la diffusione della pratica sportiva hanno segnato un parallelo incremento numerico delle associazioni, più che triplicatesi nell'ultimo trentennio.
Le associazioni sportive sono caratterizzate dal volontariato di quanti, animati da vera passione e desiderosi di collaborare per costruire un autentico "sociale sportivo", vi dedicano tempo ed energie.
E' necessario tuttavia ribadire, a questo proposito, che la diffusione della pratica sportiva non porta con sé automaticamente uno sviluppo della cultura sportiva e dei valori che la autenticano. Le associazioni, perciò, dovranno porre sempre al centro la persona umana, considerata nella sua dignità e nelle concrete esigenze del suo sviluppo integrale e armonico.
In particolare, le associazioni di area ecclesiale metteranno ogni cura nell'evitare la separazione che a volte si crea tra l'ispirazione cristiana dell'associazione e l'autonomia della dimensione sportiva. Come è noto, la pedagogia cristiana mira ad unificare tali aspetti, pur tra loro concettualmente distinti: la potenzialità educativa non si sovrappone allo sport, ma lo interpreta e lo conduce a pienezza. Così, le associazioni sportive di ispirazione cristiana sono chiamate a svolgere un'azione qualificata e preziosa di prima evangelizzazione , in quell'ambito antico e attualissimo che è la "preparazione evangelica": senza strumentalizzazione alcuna, ma dall'interno dei significati e dei valori che la pratica sportiva, posta nella luce della fede, sa evidenziare e favorire.
La competenza educativa e formativa delle associazioni sportive ne mette in luce il significato di servizio sociale, un servizio che merita attenzione e riconoscimento da parte della comunità civile. Da queste associazioni anche la comunità ecclesiale può ricevere frutti positivi: in realtà, attraverso "la molteplicità di associazioni, movimenti e gruppi", la Chiesa porta la freschezza e la novità del Vangelo "negli ambienti di lavoro, di studio e di partecipazione sociale" .
Mentre ravvivano e incrementano le istanze educative, culturali e sociali dello sport attraverso le loro proprie attività programmate, le associazioni sono chiamate a porsi a servizio della comunità cristiana in cordiale comunione di intenti pastorali e organizzativi, evitando sterili contrapposizioni rispetto a presunte autonomie dello sport e collaborando con sapienza ed equilibrio a risolvere i problemi legati ai tempi e alla dislocazione dell'attività sportiva dei ragazzi e dei giovani.


Altri organismi sportivi

49. Anche gli "Enti di promozione sportiva" si fanno particolarmente sensibili a queste istanze antropologiche e sociali: offrono sostegno di indirizzo, promuovono iniziative di aggiornamento e di qualificazione degli operatori, vigilano perché gli obiettivi fondamentali non siano assorbiti dalla pressione economica e di immagine. La loro insostibuibile azione a favore dello sport di base e per tutti (ragazzi, adolescenti, giovani, adulti, anziani e disabili) costituisce una vera ricchezza per l'intero movimento sportivo italiano e un investimento promettente per i ragazzi dotati di talento al fine di ulteriori progressioni che saranno opportunamente convalidate attraverso il particolare e autorevole accompagnamento delle competenti Federazioni sportive.
Al riguardo un ruolo di grande rilievo spetta al CONI, impegnato, oltre che sul versante delle alte competizioni olimpiche, anche a rendere la pratica dello sport più accessibile a tutti, senza alcuna distinzione, e in particolare ai giovani. Giovanni Paolo II, ricevendo in udienza il 17 gennaio 1985 i dirigenti del CONI, ebbe a sottolineare che proprio lo sport fatto dai giovani «costituisce un fattore non trascurabile di pace nell'edificazione della nuova società», aggiungendo subito la precisazione che «l'impresa diverrà più agevole ed efficace se crescerà adeguatamente il numero dei protagonisti giovanili in grado di vivere valori più alti e di saper immettere nella loro attività sportiva un impegno sinceramente spirituale» . In tale prospettiva il CONI, sempre sensibile e attento alla complessità dei valori in gioco per il bene del Paese, vorrà apprezzare il suggerimento del Papa, consolidando in tal modo «i valori positivi dello sport, inteso nei suoi più autentici contenuti, senza le degenerazioni pur così facili di considerarlo fine a se stesso o di strumentalizzarlo a scopi di parte» .


I formatori

50. Poiché lo sport non è formativo per sé, ma soltanto in un quadro di riferimento di valori e attraverso una specifica opera educativa, sono di fondamentale importanza la preparazione e l'impegno degli operatori o responsabili sportivi: dirigenti, allenatori, accompagnatori, tecnici specialisti nelle diverse discipline sportive. E' opportuno che tale compito formativo sia assunto primariamente dagli stessi responsabili dell'attività sportiva, e non delegato a momenti in qualche modo giustapposti, che ne attenuano la forza di incidenza sull'animo giovanile. Anche la presenza dell'educatore qualificato e dello stesso sacerdote viene fortemente compromessa dalla impressione di marginalità ed occasionalità, non corrisposta dalla qualità della atmosfera abituale della pratica sportiva.
Al riguardo si vuole qui riconoscere ed incoraggiare la presenza di sacerdoti assistenti spirituali che, nelle varie discipline sportive e nelle diverse società, con vera passione apostolica si impegnano non solo nell'annuncio del Vangelo e nella formazione ai suoi valori, ma anche in una testimonianza di sincera amicizia, di vicinanza cordiale, di fraterno sostegno ai giovani e ai dirigenti, nel rispetto delle competenze e con discrezione. In tal modo si smorzano eventuali tensioni e si imprimono un'anima e un calore più umano nei rapporti interpersonali all'interno delle società sportive. Come afferma Pio XII, «il tecnicismo freddo, non solo impedisce il conseguimento dei beni spirituali che lo sport si propone, ma, quando anche conduce alla vittoria, non soddisfa né chi lo esercita, né chi vi assiste per goderne» .
Attraverso questa vicinanza profondamente umana e fraterna con quanti praticano lo sport, il sacerdote non attenuerà ma valorizzerà la sua missione specifica e originale di educatore alla fede e di animatore e guida della vita spirituale. In tal modo egli potrà incoraggiare e sostenere gli sportivi ad essere i primi apostoli tra i loro compagni e amici. Diventerà allora realtà viva e confortante l'appello di Paolo VI: «Siate, anche in questo settore tanto delicato e promettente, il lievito che fa fermentare la massa (cf. Matteo 13,33), siate il buon profumo di Cristo (cf. 2 Corinti 2,15): la vostra presenza, oltre che contribuire al perfezionamento degli aspetti tecnici della vita sportiva italiana, deve essere un segno, un richiamo, una luce; deve elevare e raggentilire; deve stabilire fraterni contatti di amicizia cristiana fra gli atleti; deve facilitare l'incontro sacramentale con Cristo Salvatore; deve coraggiosamente sostenere i valori umani e cristiani in tutti i settori dell'esercizio sportivo» .

51. Il responsabile della pratica sportiva deve così svolgere un servizio di alta qualità pedagogica e sociale. E' figura pubblica per la responsabilità di cui è investito e per l'indubbia incidenza, soprattutto sugli adolescenti e sui giovani. E' testimone di integrazione tra fede e vita, non mette tra parentesi la fede nei luoghi della vita, fa sintesi di realismo e speranza. E' un vero e proprio educatore. Egli non mira solo, né primariamente, al risultato sportivo, quanto a sviluppare tutte le doti dei ragazzi, in vista della loro integrale maturazione umana e cristiana.
Ciò richiede autentico spirito di servizio, soprattutto quando si tratta di impegno non sollecitato da riscontro economico significativo. Ciò aumenta, però, l'incidenza della testimonianza e l'efficacia della proposta. E il peso si traduce in un incremento di gratificazione, perchè "vi è più gioia nel dare che nel ricevere" (Atti 20,35).
L'educatore non è un manager; adotta perciò un metodo basato sulla presenza e sul rapporto personale, tiene conto delle domande di fondo dei giovani e delle loro esigenze, sebbene a volte inespresse e a volte disarticolate, come il bisogno di partecipazione non subalterna, di creatività, di concretezza, di trasparenza che genera fiducia, di unità profonda, di cura personalizzata. L'educazione è un rapporto di libertà: non di imposizione, ma neppure di debolezza; è un laboratorio di proposte di valore e suscita prese di posizione, senso critico e adesione motivata. L'impegno formativo reagisce alle linee di massificazione culturale imposta di fatto dai mass media, forgiando il senso critico e irrobustendo la capacità di smascheramento dei meccanismi di manipolazione.
E' necessario e urgente, perciò, superare la tentazione delle scorciatoie facili, per delineare itinerari formativi consistenti, sia a livello accademico (Università) che a livello intermedio (diplomi e corsi di specializzazione). La preparazione terrà conto in maniera equilibrata delle diverse esigenze, sotto il profilo umano, metodologico, etico e tecnico; soprattutto terrà conto della consistenza motivazionale, della qualità umana, della visione della vita degli operatori.
Anche le prospettive più elevate e i messaggi più nobili restano infatti lettera morta, se non trovano persone che, con adeguata preparazione, nutrita di esperienza e di sapienza, e soprattutto con vero amore, intensa dedizione e autentico spirito di servizio, sappiano tradurli in pratica quotidiana di vita.
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Messaggio Da don Giorgio Zampini Sab Gen 05, 2008 2:47 am

CONCLUSIONE


52. Prima di consegnare questa Nota pastorale alle comunità ecclesiali, alle associazioni di ispirazione cristiana impegnate nelle attività sportive, e, con simpatia, all'intero grande mondo dello sport in Italia, vorremmo esprimere la nostra ammirazione per tutta la molteplice e benefica attività sportiva che si pone al servizio di milioni di ragazzi, giovani e adulti. E' questa un patrimonio umano e civile di grande pregio, che fa onore al nostro Paese e ne testimonia il grado di capacità organizzativa, di partecipazione nazionale e di unità.
Oggi lo sport non riguarda soltanto la sfera delle scelte individuali e privatistiche, ma costituisce un fenomeno di grande rilevanza sociale e culturale, tale da interessare intere masse popolari. E' necessario allora non solo prendere atto del moderno fenomeno dello sport, ma saperne anche cogliere tutte le potenzialità positive e nello stesso tempo avvertirne i rischi. Esige di essere accuratamente osservato, analizzato ed interpretato nell'orizzonte della cultura, con lo sguardo proprio della fede e con la competenza delle scienze sociali e umane. Esige poi di essere coraggiosamente affrontato, così che lo sport possa perseguire sempre più le sue autentiche finalità di aiuto e stimolo alla crescita integrale delle persone e alla promozione della società.
Proprio questo approccio al fatto sportivo permette di valutarne la capacità di modellare stili di vita e di rispondere a nuovi bisogni diffusi, di misurarne l'incidenza sui comportamenti personali e collettivi, di coglierne i profili di valore e di disvalore. Sarà così più facile non trovarsi sprovveduti di fronte ad eventi che, a prima vista, potrebbero suscitare meraviglia, sconcerto, senso di impotenza, come sono, ad esempio, il doping, la violenza, il professionismo, la commercializzazione, la spettacolarizzazione.

53. Invitiamo le comunità cristiane ad aprirsi al mondo dello sport, ad essere informate della vastità e complessità del fenomeno sportivo attuale, a collaborare attivamente perché si sviluppi un nuovo umanesimo sportivo.
Grazie all'accoglienza della Parola di Dio, i cristiani ricevono una nuova visione dell'uomo, della sua dignità, dei suoi valori e compiti, delle sue relazioni. E' una visione che diventa fonte di giudizi, scelte, comportamenti, in una parola di una cultura nuova (cf. Efesini 5,8ss): e questa tocca ogni ambito e manifestazione di vita. Anche lo sport ne è pienamente coinvolto.
In questo senso, la Chiesa è chiamata ad assumersi con determinazione la sua responsabilità pastorale nei riguardi del mondo dello sport. Attraverso la presenza dei cristiani, la Chiesa annuncia e testimonia la nuova forza umanizzante del Vangelo nei riguardi dello sport: cordialmente rispettato nella sua legittima autonomia, esso viene veramente esaltato solo se mantiene il suo vivo ed essenziale rapporto con l'uomo, nella totalità e unità dei suoi valori e delle sue esigenze.
Esprimiamo ancora una volta la nostra convinzione: il fenomeno dello sport, tipico della modernità, se inteso e vissuto secondo la visione cristiana, potrà essere un servizio prezioso nel promuovere il perfezionamento dell'uomo nella sua vocazione integrale e nel suo destino trascendente e, nello stesso tempo, nel favorire la costruzione di una società umana più serena e solidale.
Il nostro augurio e la nostra preghiera è che tutti gli amanti dello sport possano trovare nel monito dell'apostolo Paolo una guida per vivere in piena dignità umana e cristiana il loro impegno sportivo: «Siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come i figli della luce; il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità. Cercate ciò che è gradito al Signore» (Efesini 5,8-10); «Glorificate Dio nel vostro corpo!» (1 Corinti 6,20).
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Messaggio Da surzi Sab Gen 05, 2008 2:04 pm

qualcuno dei moderatori dice a don giorgio che su questo forum non si accettano prediche più lunghe di un tot???
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Messaggio Da campa93 Sab Gen 05, 2008 2:42 pm

concordo con zorzi... non ho neanche cominciato a leggere... cmq w lo sport abbasso l'agonismo sport per sfogarsi, divertirsi e non SOLO ED ESCLUSIVAMENTE per vincere!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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Messaggio Da Mazz Sab Gen 05, 2008 2:49 pm

Però è interessante.
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(No dai, proprio ieri discutevo col Bique di un certo tizio di un altro forum che scriveva pagine e pagine di roba, non riporto il parere del nostro amministratore perchè è meglio.....)

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Messaggio Da don Giorgio Zampini Sab Gen 05, 2008 7:14 pm

surzi ha scritto:qualcuno dei moderatori dice a don giorgio che su questo forum non si accettano prediche più lunghe di un tot???
Se qualcuno si prende la briga di leggere invece di dire tante cose anche la società sportiva del San Lorenzo potrebbe cambiare in meglio invece di essere i soliti stupidi che giocano a caso offendendo anche Dio.
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Messaggio Da Mali Sab Gen 05, 2008 7:59 pm

don ma dove le hai trovate tutte quelle frasi????????????????
su Google??????????????????
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Messaggio Da BIQUE THE KING ARTHUR Dom Gen 06, 2008 1:20 am

surzi ha scritto:qualcuno dei moderatori dice a don giorgio che su questo forum non si accettano prediche più lunghe di un tot???
concordo con zorzi..
ho una idea
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Messaggio Da Mazz Dom Gen 06, 2008 1:31 pm

Poverino!
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Messaggio Da elisa Mar Gen 08, 2008 11:49 am

vacciu don..... vuoi farmi morire??
comunque è molto interessante......!!
ti do assolutamente ragione....!! hihihi.....!! bravo....bravo....bravo....!!
Very Happy Very Happy
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Messaggio Da BIQUE THE KING ARTHUR Mar Gen 08, 2008 10:45 pm

elisa ha scritto:vacciu don..... vuoi farmi morire??
comunque è molto interessante......!!
ti do assolutamente ragione....!! hihihi.....!! bravo....bravo....bravo....!!
Very Happy Very Happy
non lo hai letto tutto
lol! lol!
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Messaggio Da Mazz Mer Gen 09, 2008 3:50 pm

Nemmeno tu!
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Messaggio Da BIQUE THE KING ARTHUR Lun Gen 14, 2008 9:52 pm

Mazz ha scritto:Nemmeno tu!
come disse gesù a giuda.... "tu lo dici" lol! lol! lol! lol!
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Messaggio Da Mazz Lun Gen 14, 2008 10:24 pm

Ovvio che lo dico io! Very Happy
Io soggetto sottinteso (nella frase era sottinteso, qui no) dico che tu complemento oggetto non lo hai letto!
Così va meglio? Così il don non dice che nelle mie frasi mancano sempre i soggetti!
Very Happy Very Happy
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come definite lo sport - Pagina 2 Empty è bello?

Messaggio Da nebbia Sab Gen 19, 2008 8:53 pm

è una cosa abbastanza bella e che ti fa divertire quando ti piace Laughing Very Happy
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Messaggio Da nebbia Sab Gen 19, 2008 9:01 pm

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Messaggio Da Baz Mar Mar 04, 2008 8:48 pm

BIQUE THE KING ARTHUR ha scritto:
Mazz ha scritto:Nemmeno tu!
come disse gesù a giuda.... "tu lo dici"
affraid confused

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PS: e poi dico di non usare troppe emoticons... Very Happy
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Messaggio Da BIQUE THE KING ARTHUR Mer Mar 05, 2008 1:00 am

Baz ha scritto:
BIQUE THE KING ARTHUR ha scritto:
Mazz ha scritto:Nemmeno tu!
come disse gesù a giuda.... "tu lo dici"
affraid confused

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PS: e poi dico di non usare troppe emoticons... Very Happy
forse ero preso da un attimo di spensieratezza lol! lol! lol! lol!
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