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Solennità di san Lorenzo martire, patrono di Pescantina

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Messaggio Da don Giorgio Zampini Sab Ago 09, 2008 1:30 pm

10 agosto 258 – 10 agosto 2008. Sono trascorsi 1750 dal giorno glorioso del martirio di questo nostro santo patrono. Ed è proprio sulla sua testimonianza di fede che la nostra comunità parrocchiale deve misurarsi per dirsi veramente cristiana, cioè discepola di Cristo che san Lorenzo ha seguito fino al dono totale della sua esistenza. Una testimonianza non vissuta a caso ma sulla Parola di Dio che Egli ha ascoltato come noi e che è divenuta il suo programma di vita.
Abbiamo appena ascoltato anche noi alcuni passi sui quali siamo chiamati a verificare la nostra crescita di fede e se necessario, e lo sarà sicuramente per tutti noi qui dentro, compiere alcuni passi di conversione, cioè di ritorno a Dio, che sono da compiersi perché sempre lontana è quella distanza che sta fra il nostro essere cristiani e l’amore con cui il Signore ci parla e circonda il nostro pellegrinare su questa terra.
Cerchiamo dunque di raccogliere qualche significato per la nostra vita.
Potremo immaginarci una strada sulla quale siamo chiamati a camminare seguendo i passi di Elia, di Paolo, i passi di Gesù e di Pietro.
Questa strada è come le onde del mare. Gesù e Pietro le sperimentano pienamente, Paolo queste onde le attraversa cercando di trovare il coraggio anche di soffrire per il bene del suo popolo, Elia oltre ad averle sperimentate nella sua vita di profeta, ora le sperimenta in quelle fatiche per salire alla presenza del Signore, sul monte di Dio, l’Oreb.
Possiamo dunque partire per comprendere questi passi che ora siamo chiamati a fare con il cuore per aderire ancor di più a Cristo in questa annuale festa di san Lorenzo, nostro patrono.
Partiamo da Elia. Sono i passi dell’uomo - profeta stanco che sale sul monte per dire a Dio le sue lamentele, ma Dio interviene ed allora tutta la sofferenza che portava nel cuore per il non ascolto della sua parola da parte del popolo cambia e trova il coraggio per riprendere il suo cammino, incontrare Eliseo suo successore che proseguirà la missione e intanto Dio sistemò il popolo che gli si era messo contro.
Come dobbiamo fare i nostri passi di fede, come poter continuare a credere? Il cristiano sa che nella confusione si oggi fatta di messaggi che non sono verità, di paganesimo dilagante, di tradizionalismo che non sa riconoscere l’importanza di un patrono nell’organizzazione della festa, il cristiano deve comprendere che il Signore si fa sentire solo nel sussurro di una brezza leggera. Nella confusione, nel terremoto dell’organizzazione, ci si può, ad esempio, dimenticare l’orario delle Messe in cui mediante l’intercessione di san Lorenzo, Pescantina dovrebbe adorare e chiedere nella comunità la presenza del Signore e quindi mentre Elia si copre il volto per non vedere il Signore, noi dovremo coprirci il volto per la vergogna con cui si può arrivare ad utilizzare una festa patronale solo per la confusione e non per l’incontro con Dio attraverso il santo patrono.
Quindi solo nel silenzio si può comprendere la presenza del Signore e anche fare le cose con giusto senso e significato.
E’ necessario dunque cari cristiani e soprattutto è necessario insegnarlo ai più giovani: serve ascoltare il Signore per affrontare serenamente ogni prova della vita e camminare con sicurezza sulle nostre strade.
Nella confusione si spreca ogni buon senso con cui si dovrebbero fare le varie cose come ad esempio durante la festa del patrono chi fa, per così dire, musica, e necessario che cerchi di essere più prudente nel linguaggio magari evitando in primo luogo di insultare il clero e incitare i giovani a farlo, come venerdì sera, ed inoltre cercare di evitare di far cantare, anche se poi lo fanno lo stesso, ma appunto non sono necessari inviti ufficiali dal palco, che il mondo gira sostanzialmente su quel tipo di legume che equiparato ad una parte del corpo umano, non è alla fine ciò che si crede, ma indica semplicemente, perché il linguaggio ha anche le sue regole, che il mondo gira perché esso è ricco di uomini sciocchi, sempliciotti, stupidi.
E si canta nella confusione chissà che cosa e cosa si pensa, in realtà l’uomo canta la sua stupidità. Che uomo!!! Che bei fondamenti si danno dal palco della sagra ai più giovani.
Dio parla nel sussurrare della brezza leggera. Solo così si possono fare le vere scelte della vita, decidersi, cercare di costruirsi un avvenire che sia bello, carico di avvenimenti che sanno innalzare l’uomo senza gettarlo nella Geenna di oggi, ossia in quella discarica di non valori in cui l’uomo attuale gozzoviglia volentieri e non è più in grado di costruirsi una vita.
San Lorenzo dunque ci insegna che tutto ciò è da modificare altrimenti non ha senso celebrarlo e mettere in luce la sua figura di patrono dando sfogo più alla stoltezza che alla saggezza dell’uomo secondo lo stile del Signore.
Qualche accenno ai passi di Paolo (II lettura). Il coraggio di testimoniare per credere e aiutare a credere.
Il Signore parla nel sussurro della brezza leggera, la risposta dell’uomo diventa adesione totale alla volontà per riprendere con costanza il cammino senza mai aver paura anche di dover soffrire pur di testimoniare la fede. San Lorenzo lo ha fatto. Noi lo facciamo?
Quanti luoghi dedicati a san Lorenzo ci sono in Pescantina! Il centro commerciale, una società sportiva, la sagra, la stessa comunità, si può dire che si segua l’esempio del patrono, cioè sappiamo aderire pienamente o meglio continuamente alla volontà di Dio, che si è disposti a soffrire purchè Dio sia rispettato sia nell’esteriorità con cui ci si presenta agli altri, sia nel cuore. Perché, vedete, in questi luoghi che portano il nome di san Lorenzo non sempre ciò accade. E bisognerebbe pensare se in realtà si è fatto tutto o si potrebbe far di più perché il nome dei luoghi o l’identità di un’associazione non sia solo d’immagine.
Facciamo un esempio che riguarda la nostra comunità. La fatica di trovare persone che sull’esempio di Paolo siano disposte a “soffrire”, per così dire, affinchè ad esempio il circolo N.O.I. che si chiama pur esso “San Lorenzo”, possa rimanere aperto nei giorni di vacanza dei nostri ragazzi, adolescenti e giovani. E’ una sofferenza non proprio così stupida come si può anche credere. Dove vanno questi nostri giovani tutte le sere? Perché l’oratorio che dovrebbe accudirli soprattutto durante le vacanze deve rimanere chiuso? Perché la confusione di oggi non pensa a ciò, ci si impegna poco per il Signore… e si chiude?
Quindi per dirlo con Paolo: si è veramente disposti a soffrire per il bene del nostro popolo, in questo caso dei più giovani?
Ed infine il Signore Gesù e Pietro. I loro passi possono diventare i nostri passi.
L’invito di Gesù che abbiamo ascoltato nel Vangelo: “Vieni”, è un’offerta che ancora una volta si rinnova e che vogliamo deporre sull’altare perché l’Eucaristia, cioè il Signore stesso possa aiutarci in questo cammino di vita e di fede. Preghiamo san Lorenzo che ci aiuti.
E’ un desiderio che nonostante tutto portiamo nel cuore soprattutto chi è cristiano. Poter percorrere la strada maestra che Cristo ci vuol far percorrere perché la nostra vita sia veramente degna di essere vissuta. Ed è un invito forte. “Vieni!”.
Lo dice Gesù a Pietro, lo dice a chi nella nostra comunità è anziano perché niente della propria esistenza possa andare perduto e l’anziano è chiamato in primo luogo a pregare per il bene della nostra comunità, della Chiesa. Quanto è bello e significativo quando si vedono i nonni che aiutano i nipoti a pregare, che passando non mancano di fare una visita in Chiesa,…
E’ un’offerta di cammino che il Signore fa agli adulti. Con Cristo non ci si spaventa per i venti impetuosi che talvolta possono esserci in famiglia. Con Lui si può superare tutto, senza cadere nel tranello della confusione che porta alla disgregazione talvolta della famiglia. L’amore dei coniugi consacrato davanti a Dio, non spegnerà mai quel sussurro che fa comprendere come destreggiarsi nelle vicende familiari. San Lorenzo non è caduto nella confusione nonostante i richiami dell’Imperatore.
L’invito di Gesù è rivolto a chi è più giovane perché possano trovare in quella mano tesa di Gesù verso Pietro, la mano di un Dio che sa sempre rialzare anche quando la vita fa paura per le incertezze che porta con sé.
Occorre stare attenti alla confusione che impaurisce e aiuta l’uomo ad affondare nella vita più che a sfondare per un futuro che sia dignitoso e ricco di speranza cristiana, cioè di certezze che vengono dal cuore carico di amore che Dio ha soprattutto per i più giovani.
L’Eucaristia è il pane del cammino che ci sostiene e ci aiuta compiere i passi giusti.
San Lorenzo aiutaci con la tua intercessione affinché la nostra comunità possa crescere nella fede e nell’adesione al Signore. Prega per noi
!
don Giorgio Zampini
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