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Pasqua 2008

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Messaggio Da don Giorgio Zampini Mar Mar 25, 2008 12:46 pm

Pasqua 2008 Images11“Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti”; “Cantate al Signore un canto nuovo, alleluia, Egli ha fatto prodezze”, cioè ha manifestato il valore dell’uomo e di Dio per la nostra storia di oggi come avvenne nel suo tempo; “La pietra scartata dai costruttori è divenuta testata d’angolo”; “…rivolgete il vostro pensiero alle cose di lassù non a quelle della terra”: sono affermazioni, frasi, inviti che ci richiamano questo giorno come l’inizio dei giorni, come un nuovo principio di vita. E’ la vita nuova che scaturisce proprio dalla festa di Pasqua ed è forse la “cosa” più concreta di questa grandiosa solennità.
Rinascere a vita nuova può avere parecchi aspetti, noi ne sottolineamo uno che potremo definire così: avere il coraggio di dire Cristo con la nostra esistenza agli altri, ma con coraggio sincero per aiutare oggi il nostro Dio e Padre a salvare ancora questa umanità.
Salvare l’umanità è necessario, non è un qualcosa che spetta solo a Dio, ma ci coinvolge tutti, ognuno con il proprio ruolo che ricopre in questo lasso di storia, che ci è concesso da lassù di vivere. E i cristiani sono chiamati a propagare la Luce di Cristo la sola capace di far ragionare credenti e non credenti per la continua ricerca del bene comune. Allora sia per la vita quotidiana che scaturisce dalla Pasqua come vita di Chiesa che AMA ricordarsi e celebrare e ASCOLTARE il suo Signore, perchè Egli è il Risorto, il Vivente, Chiesa che si esprime non solo nella comunità cristiana, ma anche nelle singole famiglie dove lì deve avvenire il primo insegnamento della fede nel Cristo risorto, perché la vita soprattutto dei più giovani possa crescere con vero senso e significato è necessario far nostra la logica della Comunione, dell’Eucaristia. Essa, ci ricordava il Giovedì Santo, unisce e chiama ad unità tutti i cristiani per conformare la loro vita a quella del Cristo, Figlio di Dio, l’eletto che siamo chiamati ad ascoltare.
Senza di Lui, nulla trova la motivazione vera per esistere e se qualcuno pensa di esistere senza di Lui, cade nell’egoismo di Giuda il traditore che pur essendo vicino a Cristo, non ha esitato a dire di no al male.
C’è un testo antico che desidero proporvi per cercare di comprendere come tracciare la nostra storia cristiana secondo alcuni suggerimenti antichi ma sempre nuovi e soprattutto per cercare l’unità della Chiesa e perciò dei cristiani a partire dalla nostra parrocchia. Sarà un testo utile anche per i prossimi impegni elettorali dove saremo chiamati a dar voce per la ricerca del vero bene per la nostra patria allo Spirito Santo che dalla morte di Cristo, proprio attraverso i cristiani, attraverso di noi, opera per il bene dell’umanità anche se spesso è inascoltato. E’ uno scritto per tutti per una vita vera in Cristo, vita che scaturisce sempre dalla Pasqua. Questo testo dice così:
Mistero cristiano
1. I cristiani né per regione, né per voce, né per costumi sono da distinguere dagli altri uomini.
2. Infatti, non abitano città proprie, né usano un gergo che si differenzia, né conducono un genere di vita speciale.
3. La loro dottrina non è nella scoperta del pensiero di uomini multiformi, né essi aderiscono ad una corrente filosofica umana, come fanno gli altri.
4. Vivendo in città greche e barbare, come a ciascuno è capitato, e adeguandosi ai costumi del luogo nel vestito, nel cibo e nel resto, testimoniano un metodo di vita sociale mirabile e indubbiamente paradossale.
5. Vivono nella loro patria, ma come forestieri; partecipano a tutto come cittadini e da tutto sono distaccati come stranieri. Ogni patria straniera è patria loro, e ogni patria è straniera.
6. Si sposano come tutti e generano figli, ma non gettano i neonati.
7. Mettono in comune la mensa, ma non il letto.
8. Sono nella carne, ma non vivono secondo la carne.
Ecco perché l’esperienza di vita cristiana porta con sé la possibilità di vivere il matrimonio o la vita consacrata a Dio. Non si vive solo secondo la carne, vediamo, infatti che quando si bruciano le tappe, non si trova più il gusto dell’amore anche condiviso come dovrebbe essere all’interno di una famiglia BENEDETTA da DIO! L’amore, come lo chiamano gli uomini, tanto per giocare, è fonte di delusioni, di incapacità di scelte definitive per il matrimonio, da origine a continue insicurezze… muore la famiglia, la società.
Vivere anche di spirito, come si dice, significa saper scegliere il progetto di vita di Dio, attraverso l’ascolto attento della sua Parola, come nell’Eucaristia domenicale e feriale, per aprire noi stessi ai grandi ideali concreti che la vita offre perché è dono di Dio.
Scelta di vita matrimoniale o consacrata perché, continuiamo…
9. Dimorano, i cristiani, nella terra, ma hanno la loro cittadinanza nel cielo.
10. Obbediscono alle leggi stabilite, e con la loro vita superano le leggi.
11. Amano tutti, e da tutti vengono perseguitati.
12. Non sono conosciuti, e vengono condannati. Sono uccisi, e riprendono a vivere.
13. Sono poveri, e fanno ricchi molti; mancano di tutto, e di tutto abbondano.
14. Sono disprezzati, e nei disprezzi hanno gloria. Sono oltraggiati e proclamati giusti.
15. Sono ingiuriati e benedicono; sono maltrattati ed onorano.
16. Facendo del bene vengono puniti come malfattori; condannati gioiscono come se ricevessero la vita.
17. Dai giudei sono combattuti come stranieri, e dai greci perseguitati, e coloro che li odiano non saprebbero dire il motivo dell'odio. Qui possiamo intendere oggi per giudei, coloro che nel mondo pensano di possedere la VERITA’, ma senza Dio e la sua Parola, ritorna la domanda di Pilato “Che cos’è la verità?” e così questi giudei di oggi aiutano l’umanità solo a disperdersi dalle cose importanti della vita. Per Greci possiamo intendere i pagani di oggi che quando non sono loro stessi a proporsi come dei per i nostri giorni, propugnano al mondo divinità originate dagli interessi economici ed egoistici per il male dell’uomo.
VI. 1. A dirla in breve, come è l'anima nel corpo, così nel mondo sono i cristiani.
2. L'anima è diffusa in tutte le parti del corpo e i cristiani nelle città della terra.
3. L'anima abita nel corpo, ma non è del corpo; i cristiani abitano nel mondo, ma non sono del mondo. L'anima invisibile è racchiusa in un corpo visibile; i cristiani si vedono nel mondo, ma la loro religione è invisibile.
5. La carne odia l'anima e la combatte pur non avendo ricevuto ingiuria, perché impedisce di prendersi dei piaceri; il mondo che pur non ha avuto ingiustizia dai cristiani li odia perché si oppongono ai piaceri.
6. L'anima ama la carne che la odia e le membra; anche i cristiani amano coloro che li odiano.
7. L'anima è racchiusa nel corpo, ma essa sostiene il corpo; anche i cristiani sono nel mondo come in una prigione, ma essi sostengono il mondo.
8. L'anima immortale abita in una dimora mortale; anche i cristiani vivono come stranieri tra le cose che si corrompono, aspettando l'incorruttibilità nei cieli.
9. Maltrattata nei cibi e nelle bevande l'anima si raffina; anche i cristiani maltrattati, ogni giorno più si moltiplicano.
10. Dio li ha messi in un posto tale che ad essi non è lecito abbandonare.
E’ così che siamo cittadini della nuova società secolarizzata.
E’ così che oggi dobbiamo noi dar voce al Cristo risorto perché gli uomini possano aprire ancora gli occhi sulle cose di lassù e non fermarsi con il pensiero alle sole cose della terra.
Cristo è la vera Pasqua anche oggi, cioè il vero passaggio indispensabile per una vita nuova che deve scaturire dal cuore di ciascuno di noi, per dare uno slancio vero, nuovo, a quei diritti e doveri dell’uomo di oggi che permettono di non rimanere soffocati dall’egoismo della ricerca non del bene comune, e perciò occorre stare bene attenti ai discorsi, ma del potere che la fa pagare a chi perde cercando di soddisfare solo i propri miseri interessi di parte.
Tocca a noi ora cercare, dopo la risurrezione di Cristo, portare ovunque e di corsa, come gli apostoli l’annuncio: “Gesù è il Signore”.
Possiamo con tranquillo orgoglio dire che solo i cristiani sono la speranza per il mondo e per l’uomo.
Ecco perché è necessaria una vita in Cristo, altrimenti saremo come tutti gli altri, incapaci di scegliere il vero bene. L’Eucaristia pasquale che stiamo celebrando sia motivo per chiedere al Signore nuovo entusiasmo per vivere la fede in parole ed opere davanti a tutti gli uomini e con Dio nel nostro cuore. Amen.
don Giorgio Zampini
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