V Domenica di Quaresima. Pescantina, 9 marzo 2008

Da don Giorgio Zampini Sab Mar 08, 2008 5:01 pm

Tempus fugit: siamo alla quinta ed ultima domenica di quaresima.
Ormai il centro del quadro del nostro “Credo” diventa sempre più evidente ai nostri occhi: la Pasqua.
Ci introduciamo ormai nel periodo più forte dove non solo con i nostri occhi, ma anche con quelli del cuore siamo chiamati a compatire Gesù, cioè a rivivere in noi per una fede migliore i giorni incredibilmente più grandi dell’amore vissuto e donato per gli altri, i giorni dell’amore crocifisso e che esplode a vita nuova nella Pasqua, un amore che non si riesce più a contenere e anche difficilmente vivere se non fosse perché lo Spirito Santo ci aiuta a comprenderlo, a capirlo, a farlo nostro. Se l’amore non è vita donata, non è sacrificio, non è amore. Non c’è nulla da fare. Il resto non è amore.
Dunque se il centro del quadro si rende sempre più visibile è ora di sistemare la cornice perché essa sia pronta a contenerlo e perché esso possa essere come specchio da avere dinanzi a noi per ricordarci l’amore quello vero.
La cornice sono queste domeniche di quaresima precedute dal mercoledì delle ceneri e potremo dire che a rendere preziosa questa cornice sono gli inviti che abbiamo ascoltato. Nella prima (le tentazioni), nella terza e quarta e quinta (l’incontro che purifica dal male, che fa venire all’uomo una sete incredibile di Dio perché riesce a comprendere che tutto sommato non ce la può fare, il male che toglie la vista dalle cose e da Dio stesso e che impedisce una vita felice, il male che porta l’uomo, come Lazzaro, alla morte, e che impedisce di realizzare la vita nella serenità), domeniche vissute con quella domanda di tutti: “Signore, se tu fossi stato qui…”; quante volte invochiamo, “imprechiamo”, la sua presenza per risolvere i nostri problemi… ma siamo stati noi a volere la libertà di decidere ciò che è bene e male ed Egli ha permesso tutto ciò. Volevamo appropriarci di un dono grande, Egli lo ha lasciato a noi, ma ci accorgiamo quanto è grande, perché non sappiamo più cosa sia bene o male.
Il Signore ci ha lasciato questo grande dono, ma non ci ha abbandonati ecco allora la seconda domenica ed oggi che arricchiscono la cornice di due tappe che parlano di risurrezione: Lazzaro e nella seconda domenica la Trasfigurazione. Anzi, la domenica di oggi sembra quasi esserne anche il sigillo perché porta nella vicenda di Lazzaro tutto ciò che può essere la morte per il peccato e ciò che può essere la speranza di vita.
“Signore, se tu fossi stato qui…”: come sarebbe semplice la nostra vita. Se potessimo avere Dio con noi… Cosa serve un Dio che non aiuta? Eppure Egli è qui nell’Eucaristia, nella Chiesa, nella famiglia se riserviamo un posto anche per Lui attraverso la preghiera…, nella nostra vita se permettiamo a Lui di farne parte, ma non come un peso da portare, una fede da dover vivere, ma come luce per il cammino della nostra vita. Solo allora ci accorgeremo che Dio non aiuta, ma SALVA!
Ecco allora uno dei messaggi centrali di questa domenica: non possiamo e non riusciamo a salvarci da soli, occorre il Signore e che sia presente Lui.
Siamo noi allora che dobbiamo aiutarci per ricordarci di questa Presenza Provvidente che ci aiuta a muovere i passi della nostra esistenza.
E’ la COMPASSIONE. Essa è e dev’essere e divenire sempre più il principio dell’agire umano, altrimenti non ci aiutiamo, non riusciamo a metterci in sintonia con la volontà di Dio. La compassione è il moto dell'animo che porta a soffrire dei mali altrui come se fossero propri.
Il cristiano, cioè, è chiamato dalla Parola di Dio e perciò da Cristo stesso a farsi carico prima di tutto delle sofferenze degli altri fino a commuoversi profondamente, solo allora si può comprendere veramente l’amore. Se pensiamo al mistero della Croce, solo chi si è commosso profondamente sotto la Croce ha riconosciuto in Gesù il Figlio di Dio! Fu un pagano!
Come dunque riuscire a compatire profondamente per imparare ad amare: pregando, lo ha fatto anche Gesù, e chiedendo l’aiuto del Signore. E’ chiaro non dobbiamo guardare solo al nostro “piccolo orticello”, come si dice, ma occorre avere uno sguardo attento a tutto il mondo che ci circonda. Per dirlo con un paradosso: le nostre chiese dovrebbero essere sempre piene di gente nel giorno di domenica e anche nel giorno feriale, se capissimo e fossimo veramente capaci di compassione. Quante sofferenze che richiedono e ci insegnano il significato profondo dell’amore. Quante volte dobbiamo chiedere la presenza del Signore su questo uomo che pure oggi vuole arrangiarsi nel scegliere il bene e il male e cerca di fare il bene con la menzogna, con la poca chiarezza, con la ricerca di interessi. Se guardiamo le campagne elettorali di questi giorni non sono forse con questo stile, e siccome lo vediamo in tv ci condiziona nella vita di più della pagina del Vangelo che abbiamo appena ascoltato? Chiedere la presenza del Signore per vivere nel bene, il bene, l’amore.
Non abbiamo dunque paura di far diventare le nostre case, la nostra comunità, la Chiesa, delle Betania. Questo nome significa “Casa del povero o dell’afflitto”.
Diceva la Parola di Dio nel giorno delle Ceneri: “Ritornate a me con tutto il cuore… laceratevi il cuore non le vesti…”. Non è un vivere triste e condizionato dalla sofferenza, ma un sentimento necessario e una forza di volontà che ci porta a ringraziare il Signore per la gioia che ci dona ogni giorno e che ci porta a supplicare, ad imparare a compatire.
Lo ricordava anche il profeta Ezechiele nella prima lettura: “Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi farò uscire dai vostri sepolcri, popolo mio. Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete: vi farò riposare nella vostra terra. Saprete che io sono il Signore, l’ho detto e lo farò. Oracolo del Signore”.
Ma non i sepolcri delle tombe, per quelle ci penserà Dio, occorre aprire con Lui i sepolcri dei cuori di questo mondo egoista, pauroso, dal futuro sempre incerto e senza fondamenti. E non bisogna aspettare gli altri, occorre partire accogliendo lo spirito del Signore nei nostri cuori perché si aprano a riconoscerLo come Dio, oggi, in questa nostra storia dell’umanità e personale.
Attenzione c’è Tommaso, detto Didimo, gemello. Sembra così coraggioso da partire per la Giudea per morire con il Signore. Ma poi scapperà anche Lui da sotto la Croce. Non lasciamoci prendere da facili entusiasmi. Non è cosa da poco la compassione e il vivere in maniera profonda, cioè, bella la vita. Il Vangelo non è un manuale da circo, per burloni di fede, ma è una Parola che richiede un’imparare e un’incarnare uno stile di vita che è veramente impegnativo e perciò occorre buona volontà.
Il cristianesimo burlone è come il sepolcro di Lazzaro, rinchiude l’uomo nella puzza di morte.
E’ da questo cristianesimo che nasce la fine dell’amore fra le persone; l’amore è una cosa seria, soprattutto quando la scelta di vita dev’essere espressione di amore nel matrimonio o nella vita consacrata totalmente a Dio. L’amore burlone fa danni. Pensiamo all’aborto: maltrattare la vita nel suo nascere e fra un po’ anche, speriamo di no, nel suo spegnersi… non è compassione, non è amore.
Anche le sofferenze fisiche che capitano non possono essere vissute senza amore, altrimenti si fermano nel sepolcro di morte ancora prima di quella fisica se questa è la logica conseguenza. Ma anche tutte le paure e le mancanze di coraggio dei più giovani nel scegliere con verità la vita, il futuro, il progetto di Dio, quanto sono segno di quel sepolcro che spegne l’entusiasmo di credere in Dio e si fanno scelte come si suol dire “all’acqua di rose”
La Parola di Dio, Cristo stesso, ci invita a togliere il pensiero di morte e aprirci invece al profumo di risurrezione che è espressione della preziosità, come quell’olio costoso, dell’amore con cui il Signore circonda tutta la nostra esistenza, e, la nostra preghiera di compassione è ciò che aiuta questo profumo ad espandersi sull’intera umanità.
Prepariamoci a rivivere nella fede il grande mistero della morte e risurrezione di Cristo, perché impariamo ancora di più l’amore vero, quello di Dio.
L’amore insegnato dagli uomini senza Dio, porta divisione e tristezza e dove c’è divisione è il regno delle tenebre, del diavolo.
Chiediamo gli uni per gli altri al Signore che ancora oggi nell’Eucaristia sia qui per aiutarci a vivere. Tutto il mondo ne ha necessità. “Rispose: «Si, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo … Togliete la pietra… Vieni fuori!». VIVI!

Da **MiChE** Sab Mar 08, 2008 8:23 pm

questo è spoiler!! :-D

Da Mazz Dom Mar 09, 2008 3:30 pm

Io adoro le tue prediche... Very Happy

Da **BIQUE THE KING ARTHUR** Lun Mar 10, 2008 4:09 pm

Mazz ha scritto:Io adoro le tue prediche...

se le adori così tanto.. Riassumila per noi ragazzi terra terra lol!

Da sofi Lun Mar 10, 2008 5:08 pm

concordo con il bique Very Happy

Da Mazz Lun Mar 10, 2008 8:19 pm

Come osi??
E' una sfida?? Se proprio vuoi ok...

Comunque tu dovresti capirle meglio di me!
A me le prediche del don piacciono appunto così, perchè lui se deve dire una cosa la dice in questo modo...
A che servirebbe il mio "riassunto"??
E poi a te non serve.

Da **nebbia** Lun Mar 10, 2008 10:38 pm

V Domenica di Quaresima. Pescantina, 9 marzo 2008 1847

V Domenica di Quaresima. Pescantina, 9 marzo 2008 435614

V Domenica di Quaresima. Pescantina, 9 marzo 2008 15308

V Domenica di Quaresima. Pescantina, 9 marzo 2008 47679

Da **Baz** Mar Mar 11, 2008 7:22 pm

Il messaggio qui sopra ha un senso?

Da Mazz Mar Mar 11, 2008 7:58 pm

No che non ce l'ha.
Il mio ce l'aveva un senso!

Da **MiChE** Mar Mar 11, 2008 8:20 pm

si beh, anche quello prima non ha molton senso

Da **nebbia** Mar Mar 11, 2008 8:22 pm

Baz ha scritto:Il messaggio qui sopra ha un senso?

sh, sh..

V Domenica di Quaresima. Pescantina, 9 marzo 2008 4616

Da **MiChE** Mar Mar 11, 2008 8:30 pm

tento di decifrarlo..
la emotion del ban ( V Domenica di Quaresima. Pescantina, 9 marzo 2008 1847

) sta per -sto per fare una minchiata e so che mi rischierò di essere bannato.
La 2a la 3a emotion ( V Domenica di Quaresima. Pescantina, 9 marzo 2008 435614

) potrebbero voler significare un suo apprezzamento nei confronti della predica del don simboleggiata dalla faccina che prega ( V Domenica di Quaresima. Pescantina, 9 marzo 2008 15308

) e dall'emotion del blablabla ( V Domenica di Quaresima. Pescantina, 9 marzo 2008 47679

)

la scrittura geroglifica degli egizi era piùcomprensibile..

.. counque secondo me ha messo 4 immagini a caso.. Very Happy