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XVI Domenica del Tempo Ordinario. Pescantina, 20 luglio 2008

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Messaggio Da don Giorgio Zampini Sab Lug 19, 2008 5:00 pm

Matteo riporta alcuni detti di Gesù che c’impegnano nella riflessione.
Racchiusi tra i veli delle parabole, i pensieri di Cristo riassumono una quotidiana giornata della nostra vita che di solito inizia bene e con speranza, ma a volte si tinge del colore nero del pessimismo, dell’abbattimento, del peccato, del colore del diavolo.
Sembra di aver ascoltato un giornalista, Matteo, che riporta notizie sulla crescita del Regno di Dio. Queste notizie riguardano gli uomini che hanno gettato dei buoni semi e i granellini di senape, la donna che impasta il lievito.
Tutte notizie che raccontano l’espandersi del Regno di Dio.
Come in tutti i telegiornali, le notizie, però, che suscitano più scalpore sono quelle riguardanti la cronaca nera: la zizzania, gli scandali, le malvagità e i discepoli, come noi, al termine chiedono a Gesù spiegazioni solo sulla cronaca nera; la zizzania.
Ci lasciamo trasportare da “un po’ di conformismo”, c’immedesimiamo anche noi con i discepoli e ci soffermiamo almeno una volta sulla pagina di cronaca nera che emerge dal Vangelo.
C’è una differenza: “le notizie nere” non si concludono con l’annuncio, ma per Cristo sono motivo di speranza, aprono alla vita nuova.
Abbiamo pregato proprio per questo: “Ci sostenga, o Padre, la forza e la pazienza del tuo amore; fruttifichi in noi la tua parola, perché si ravvivi la speranza di veder crescere l’umanità nuova..”, non solo alla fine, ma da oggi.
La nostra umanità ci spinge dunque a delle domande derivanti dalla domanda: “Da dove vengono le zizzanie, da dove viene il male? Qual è la sua origine? Come mai la realtà non è come dovrebbe essere? Dio è cattivo? Oppure è impotente per togliere il male? E’ indifferente?
Ecco la prima speranza per la nostra notizia: la Croce. Dio ha questa risposta per Satana: la croce.
Ha avuto concretamente, realmente questa risposta in modo definitivo e oggi ci sostiene ancora con l’Eucaristia perché non cresca in noi la zizzania.
Quindi dovete mettervelo bene in mente: è necessario fare la comunione. Non ricevere Cristo ogni domenica, in ogni occasione che ci si presenta è come preparare il terreno alla zizzania. E’ indispensabile!
Se il mondo d’oggi fatica è perché troppo concime è stato dato alla zizzania, troppo spazio al diavolo.
Cristiani, con chi volte vivere con Cristo o con il diavolo? Perché allora date spazio al Maligno staccandovi da Cristo?
Giovani che rovinano la vita con gli spinelli, l’alcolismo, con un modo di vivere l’affettività, l’amore, in modo egoistico, che sperperano denaro, che rompono le cose (non si accorgono che sono doni), famiglie lontane, che non trovano il gusto, la necessità di Dio, sono queste opere del demonio e non dobbiamo pensare di lasciare correre, ma con l’aiuto di Cristo siamo chiamati a fare il possibile, perché non si soffochi il buon seme, cioè ciò che è vero, giusto, bello, santo per la nostra vita.
Fate la comunione! Preparatevi, impegnatevi a tenere il cuore libero dal peccato, ma fate la comunione, perché “il diavolo, come un leone ruggente, va in giro cercando chi divorare”.
Il Vangelo è chiaro: “Mentre gli uomini dormivano, venne il suo nemico”. Il nemico, il Maligno, viene da fuori, di notte, nel sonno, nell’incertezza, nelle esagerazioni della vita, è qualcosa di subdolo, d’inavvertito, dà disperazione, diffidenza, egoismo.
Il Male è talmente beffardo che fa persino approvare leggi e regolamenti contro la vita: aborto, divorzio, eutanasia, pena di morte, famiglie contrarie all’originalità della stessa, in nome della libertà che non è quella che viene da Dio, ma dal Diavolo e che si nasconde nelle sagome di quelle lettere che formano la parola democrazia.
Spesso noi abbiamo la testa fra le nuvole.
Camminiamo con i piedi per terra e magari verso l’altare per saper prendere il male in modo diverso.
Le radici della zizzania sono così forti e diffuse che sradicano anche il grano, se tolte. Il grano è vita. Occorre stare attenti a togliere il male per evitare di rovinare la vita.
Il male e il bene cresceranno insieme, ma alla fine il Signore farà giustizia, cerchiamo di prepararci con il bene.
Dio, davanti al male, si rivela per quello che è: amore senza condizioni.
Dio non elimina violentemente il male, ma lo fa diventare il massimo bene: la misericordia.
Così anche per noi il male ci dà la nostra identità divina che si poggia sul pilastro della misericordia che riceviamo e accordiamo.
Non può spaventarci il male: se Dio ha fatto il mondo bello, il male, alla fine è l’occasione per renderlo migliore.
Per questo non dobbiamo peccare, ma dobbiamo riconoscere nel peccato la sovrabbondanza della sua grazia, cioè la possibilità di arrivare al bene.
Solo alla fine il male sarà tolto da Dio e il tempo presente è per noi per vivere la misericordia, la carità, l’amore cristiano, verso i fratelli.
Misericordia, carità, amore che viene da Dio.
Al termine Dio purificherà tutti e brucerà il male e i suoi collaboratori per sempre.
Cerchiamo dunque di essere buon seme, di seminare del buon seme, con la nostra vita, seme consistente nella misericordia da Dio che siamo chiamati a donare ai nostri fratelli.
Cristo presente nel suo Corpo ci ottenga la forza di vivere secondo questo volere del Padre.
don Giorgio Zampini
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